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SMARTWORKING: LA QUARANTENA NON EQUIVALE A MALATTIA

Nella circolare n.3653/2020, l’INPS precisa che se il lavoratore è in grado di attivarsi per lo smartworking, pur essendo in isolamento fiduciario, tale periodo non è da considerarsi malattia, in quanto il lavoratore non è inabile al lavoro.

Con la volontà di facilitare una gestione equilibrata dei periodi di assenza dal lavoro, l’Istituto vuole ribadire che la quarantena si configura come uno strumento per non esporre a rischi il lavoratore e la collettività. Se il dipendente, quindi, può svolgere il proprio lavoro anche da ambienti diversi da quelli aziendali, non si applica la tutela previdenziale della malattia. La situazione cambia, ovviamente, in caso di patologie appurate.

Ma come regolarsi in questi casi? Il Ministero della Salute, con circolare n.32850/2020, fornisce indicazioni su durata e termine di isolamento e quarantena da COVID-19, distinguendo come segue:

  • positivi asintomatici: 10 giorni di isolamento e test;
  • positivi sintomatici: 10 giorni di isolamento, di cui almeno 3 asintomatici e test;
  • positivi a lungo termine: 21 giorni di isolamento più asintomatici da almeno 1 settimana;
  • contatti stretti asintomatici: 14 giorni di quarantena o 10 giorni con test il 10° giorno.

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